C’era(no) una volta…Riga, D’Oro ed Orazzo

C’era una volta…”, così iniziano tutte le storie che si rispettino. Ed inizio migliore allora non può esserci per raccontare quella che è una delle storie più belle di casa Techmania Battipaglia.

coach Riga alla fine degli anni settanta
coach Riga alla fine degli anni settanta

Una storia che ha come attori protagonisti Massimo Riga, Tonia D’Oro e Marida Orazzo: un mix tra passato, presente e futuro. Ed il primo capitolo di questa storia è stato scritto nella stagione 90-91 quando ad Anagni in serie A2 arriva la guardia Tonia D’oro. Due anni vissuti in terra romana agli ordini di chi come coach Riga, vent’anni più tardi, avrà poi alle proprie dipendenze la figlia Marida Orazzo. Una consegna di testimone che di fatto rappresenta l’attuale capitolo di un libro emozionante che Riga ed il capitano della PB63Lady stanno continuando a scrivere: “Tempi diversi ma giocatrici con lo stesso temperamento. Marida ha più estro ed ha avuto una carriera a livello giovanili molto più importanteracconta l’attuale capoallenatore di Battipaglia -. Tonia, viceversa, in difesa era una tosta, sapeva giocare in contropiede ed aveva un ottimo piazzato, ma devo ammettere che era condizionata dalla propria prestazione. Ma ricordo anche che attendeva con ansia l’arrivo dell’allora fidanzato sugli spalti, una cosa sulla quale scherzavamo molto in squadra”.

Marida Orazzo con coach Riga e mamma Tonia
Marida Orazzo con coach Riga e mamma Tonia

E’ Riga, dunque, il punto di congiunzione tra chi ha scritto una parte del passato della palla a spicchi femminile e chi sta scrivendo il presente: “Devo ammettere che è stata una bella emozione quando seppi all’epoca che Massimo avrebbe allenato Marida” – le parole di mamma Tonia – “E’ stato come un ritorno al passato, e poi sapevo che sarebbe stato importante nelle crescita di mia figlia sia sotto l’aspetto tecnico che umano. Del resto, a parte qualche capello bianco che non si vede però tantissimo (un sorriso in sottofondo mentre lo dichiara, ndr) è lo stesso di sempre: con il solito mordente e con la solita capacità di allenare, ovviamente rispetto al “mio” Anagni quella di Battipaglia è una squadra più giovane e di diversa gestione”. Giovane proprio come Marida che rappresenta il secondo atto di casa Orazzo-D’Oro: “Ma non ho mai forzato la mano, ho cercato solo di essere nel corso della sua carriera il più equilibrata possibile aiutandola sia nei momenti positivi che negativi – prosegue la mamma -. Ma soprattutto ho sempre insistito con lo studio, e devo ammettere che mi sta dando soddisfazioni”.

Tonia D'oro
Tonia D’oro

Tale madre, tale figlia: ed allora non poteva che proseguire la tradizione cestistica di famiglia: “Del resto è merito di mia mamma se mi sono innamorata di questo sport, ricordo che alla fine delle sue partite mi fiondavo in campo per tirareconfessa Marida -. Però non mi ha mai obbligato a giocare a basket, così come non mi ha mai messo pressione sulle scelte da fare in campo”. Ma qualcosa ha detto qualche anno fa: “Beh mi aveva anticipato che tipo di allenatore avrei avuto, però non mi aveva detto che all’inizio coach Riga mi avrebbe chiamato sempre Tonia (dice sorridendo, ndr)”.

Ma anche tutto questo fa ormai parte del passato, ora c’è da pensare al presente: con un finale che è tutto da scrivere!

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