Di Lorenzo, ex playmaker della PB “A Battipaglia anni magici”

Giampaolo Di Lorenzo
Giampaolo Di Lorenzo

Storico playmaker della Polisportiva Battipagliese durante gli anni d’oro della SerieA, napoletano classe ’68, Giampaolo Di Lorenzo è il nuovo protagonista di “Vecchie glorie”, la rubrica di interviste e approfondimenti sui personaggi che hanno fatto la storia del basket battipagliese.

Dopo aver giocato per anni nella massima serie, Di Lorenzo ha scelta la “panchina” e oggi è il coach della Fulgor Omegna, società di Divisione Nazionale A. Ricordiamo con lui il periodo più prestigioso della storia della PB63.

Ora sei un coach affermato, ma qui a Battipaglia tutti ti ricordano come un ottimo giocatore…

Quelli di Battipaglia sono stati tre anni fantastici, sicuramente tra i più divertenti della mia vita. Ho vissuto emozioni molto intense sia dentro che fuori dal campo, tantissime amicizie e tante novità rispetto alla mia esperienze precedenti.

Ricordi un aneddoto particolare della tue esperienza con la Polisportiva?

I primi due anni sono stati stupendi dal punto di vista sportivo, disputammo dei campionati fantastici e, sopratutto con gli altri italiani, nacque un feeling unico. Ma in particolare ricordo con affetto il rapporto con Pino Corvo.

Il tuo rapporto con la società?

Non credo di aver mai conosciuto due persone con una passione per il basket immensa come quella dei fratelli Rossini. Finchè ci saranno loro, Battipaglia potrà ambire sempre al top.

Cosa ti ha lasciato l’esperienza con la Polisportiva?

La volontà di fare l’allenatore. A Battipaglia ho deciso che essere un coach sarebbe stato il mio futuro. Gente come Mangano o Roggiani mi hanno trasferito il gusto di stare in palestra in maniera professionale. In più lì ho capito quanto conta che i giocatori siano un gruppo unito come eravamo noi e questo ci permetteva di andare anche oltre i nostri limiti.

Rimpianti?

Non cambierei nulla di quanto fatto e vissuto durante il mio periodo alla Polisportiva. Vorrei solo poter tornare più spesso a visitare Battipaglia e a salutare quelle persone che per me sono state come una famiglia per tre meravigliosi anni.

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